LE ORIGINI DEL NOME, CENNI STORICI
Castro Alta
Il toponimo deriva dal greco Κάστροων (luogo fortificato, rocca). In epoca romana si latinizzò in Castrum e l'insediamento prese il nome di Castrum Minervae per la presenza di un tempio consacrato a Minerva.
Gli importanti rinvenimenti effettuati nelle Grotte Zinzulusa e Romanelli, attestano la frequentazione umana di questo territorio già a partire dall’ età post-paleolitica e neolitica (località Monte Lacquaru) e, nel corso delle età del Bronzo e del Ferro, si hanno le prime testimonianze urbanistiche di fortificazioni (località Palombara, Mucurune).
L’urbanizzazione del centro risale, con ogni probabilità, all’età classica ed ellenistica, quando l’insediamento venne chiuso da possenti mura di fortificazione e, all’interno dello stesso, fu edificato il santuario di Atena o templum Minervae (IV secolo a.C.).
Nel IV secolo a.C. fu abitato dai Messapi col nome di ΛΙΚ (sulla Mappa di Soleto) e dai Greci.
Nel 123 a.C. divenne colonia romana e assunse il nome di Castrum Minervae (così come la si ritrova nella tavola peutingeriana).
In seguito alla divisione dell'Impero Romano, Castro divenne un possedimento Bizantino e subì frequenti attacchi ad opera degli Alani e degli Ostrogoti nel 378, dei Vandali nel 456, dei Goti nel 543, poi dei Longobardi e degli Ungari.
Nel 682 fu eletta a sede vescovile per volere di papa Leone II.
Con i Normanni e la successiva dominazione Sveva, divenne un fiorente centro commerciale e sicuro caposaldo militare.
Venne, poi, conquistata dagli Arabi, che la rinominarono “Al Gatara” (il Castello) e la domineranno per undici anni, fino a quando non sarà liberata da Ludovico II. Di quel periodo splendido rimangono a testimonianza la severa torre dei Cavalieri, il cortile del Castello, luogo destinato alla raccolta e alla custodia dei prodotti artigianali e agricoli che venivano commercializzati in tutto il Mediterraneo, e il borgo medievale, dalle stradine strette e tortuose.
Nel 1102 i Veneziani ne fecero uno dei loro porti, ma solo per un anno.
Nel 1103 fu elevata al rango di Contea con Tancredi di Altavilla, che ebbe per patto di famiglia il Contado di Castro. Questo, nel 1127, venne, poi, assorbito da Ruggero II, Conte di Sicilia.
Dal 1046 al 1068 Castro fu contesa tra Normanni e Bizantini.
Nel 1270, la Contea di Castro, passò sotto il principato di Taranto.
Nel 1296 gli Aragonesi conquistarono la città, rinsaldano le fortificazioni, ma ciò non impedì, nel 1348, a Ludovico II di conquistarla.
Nel corso dei secoli si succedettero i Biellotto, i De Franco, i De Bugiaco, gli Orsini del Balzo, che tra il 1420 e il 1463 ebbero il Principato di Taranto e le Contee di Lecce e Castro.
Dopo il 1460 iniziarono gli attacchi dei Turchi e, per questo, il Conte Giulio Acquaviva fortificò la città.
Nel 1480, quando giunse Alfonso D’Aragona, i Turchi si asserragliarono a Otranto. In questo secolo la città dovette subire le incursioni dei saraceni, che arrecarono alla città danni notevoli. Le più terribili, nel 1537 (che spinse allo spostamento della sede vescovile da Castro a Poggiardo) e nel 1573, la prostrarono definitivamente: conti e vescovi l'abbandonarono per sedi più comode e sicure, la popolazione superstite si trasferì nei casali dell'entroterra e l'antica Castrum Minervae rimase desolata.
In seguito passò ai Della Posta, nel 1534 ai Gattinara, poi ai Ruiz de Castro, ai Lopez di Zunica e, dal 1777, alla famiglia Rossi che governò sino all'eversione della feudalità nel 1806.
L'abolizione della feudalità determinò il definitivo declino di Castro e la soppressione della diocesi nel 1818 ne fu il colpo di grazia. Il piccolo centro venne, così, aggregato al comune di Diso costituendone una semplice frazione.
Negli anni ‘20 del ‘900 il castello, le torri e le mura divennero di proprietà di Vincenzo Lazzari di Castro che, negli anni ’60, li vendette alla famiglia Catalano. Da quest’ultima, nel 1983, i ruderi dell’antico castello con le muraglie passarono al Comune di Castro.
La rinascita della cittadina e lo sviluppo della stessa in un attivo centro di pescatori, artigiani ed operatori turistici a partire dalla seconda metà del Novecento, determinò la restituzione dell'autonomia comunale nel 1975.
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